Psicologia canina
Le abitudini pericolose
Non è questa la sede per proporre soluzioni al problema “cani assassini”, l’obiettivo è solo offrire qualche spunto di riflessione per non ingoiare tutto ciò che la tv ci offre in pasto, nel rispetto delle vittime di aggressioni e dei cani, seconde vittime dell’ignoranza e della superficialità.
Ecco puntuale il periodo dei cani killer… eh già, le belve si telefonano, si mettono d’accordo e dopo mesi di quiete tornano a colpire, uno dopo l’altro con una capacità di organizzazione che fa rabbrividire… Sembra un film di fantascienza, eppure succede davvero.
Che i cani mordano mi sembra la scoperta dell’acqua calda, che è una novità? Che un cane di grande mole possa infliggere ferite profonde, anche questa, è una novità? Uno scoop da prima pagina? Insomma, l’unica cosa certa è che queste notizie, amplificate e astutamente descritte con termini raccapriccianti, danno il via a servizi giornalistici e trasmissioni televisive che hanno l’unico obiettivo di fare audience. Diffondere cultura cinofila diventa così un aspetto di secondo ordine.
I cani sono a fianco all’uomo da millenni. Per la loro duttilità e capacità di collaborazione, propria degli animali sociali, questi animali hanno subito nel corso dei secoli sofisticate selezioni per servire l’uomo nelle diverse attività di caccia, difesa del territorio, conduzione del gregge etc.
Non è un caso che per difendere le pecore i pastori utilizzino i maremmani e non i setter inglesi… forse alcune razze possono diventare più aggressive rispetto ad altre? Magari si.
Tutto sembra così ovvio…ma la verità è che ancora oggi cani di grande mole e appartenenti a razze adatte alla guardia e alla difesa sono vendute dagli allevatori e acquistate dalla gente con grande superficialità. Ma forse volutamente i media evitano di mettere l’accento su questo aspetto, meglio scrivere “cane impazzito sbrana bambina innocente”.
Basta fare un paragone: chi ha appena preso la patente non dovrebbe fare esperienza con una macchina sportiva. Se il conducente alle prime armi provoca un incidente, la responsabilità non è dell’ auto poco affidabile, ma della scarsa esperienza di chi era alla guida. Lo stesso dovrebbe valere quando si parla di cani.
Per gestire un rottweiler o un dogo argentino, ad esempio, bisogna avere esperienza, conoscere bene le caratteristiche della razza oppure farsi guidare da un esperto nella crescita dell’animale fin da quando è cucciolo. Non serve arrivare a maltrattarlo perché un cane diventi poco equilibrato, basta lasciarlo a se stesso in giardino, trascurandolo senza impegnarsi in una corretta socializzazione. C’è anche un altro sistema: crescere il cucciolo senza regole e senza limiti, viziandolo e abituandolo a prendere iniziative e decisioni in modo autonomo. Per crescere un cane serve conoscenza e buon senso, non basta l’amore. Perché queste abitudini sono pericolose.